Ambientato nella seconda metà dell'XI secolo, nella Penisola iberica e durante il periodo della Reconquista spagnola, José Luis Corral ci narra la vera storia dell'epica figura di El Cid, il mitico guerriero, raccontata dalla voce di Don Diego de Ubierna, suo fedele servitore, svelandoci così i lati sconosciuti di El Campeador, un uomo insolito che è andato oltre i limiti imposti dal suo tempo. Il romanzo narra la storia di Rodrigo Diaz de Vivar, il condottiero spagnolo che partecipò alla riconquista dei territori della Penisola iberica finiti in mano al califfato islamico di al-Andalus. Il narratore è Diego de Ubierna, il fedele scudiero di Rodrigo, che racconta in prima persona la vita e le gesta di El Cid a distanza di qualche anno dalla sua morte. L'opera si apre con l'incontro tra i due. Nel 1063 Rodrigo, ormai investito ufficialmente della carica di cavaliere dell'esercito di re Ferdinando I, è alla ricerca di uno scudiero e, su consiglio del padre di Diego conosciuto a corte, si reca al monastero di San Paolo di Cardena dove, sin dall'età di otto anni il ragazzo viene accudito e cresciuto per diventare sacerdote. Diego lascia il monastero e diventa suo fedele e umile servitore. Tra battaglie furiose, intrighi di corte, tradimenti e alleanze, la fama di Rodrigo cresce, la sua figura è talmente reboante che in tutto il regno riecheggiano poemi e canzoni sulle gesta del cosiddetto Campeador fino a quando, dopo anni di lotta, la sua fama risplenderà anche oltre i confini della Spagna.
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