Un sodalizio artistico, spesso un'alleanza, talvolta una complicità, forse mai un avera amicizia: per oltre vent'anni Hugo von Hofmannsthal e Richard Strauss lavorarono insieme, quasi sempre restando lontani, l'uno in Austria, l'altro in Germania. Di questo lavoro comune, da cui nacquero opere come 'Elettra', 'Il cavaliere della rosa', 'Arianna a Nasso', 'La donna senz'ombra', è rimasto un documento che ci appassiona in tutte le sue mille sfaccettature: un epistolario che abbraccia la fine della 'belle époque', la prima guerra mondiale, il dopoguerra in due Paesi sconfitti. Nelle loro lettere il poeta viennese e il compositore bavarese si scambiano idee e progetti, ma anche gioie e malumori, incoraggiamenti e rimproveri, disegnando ciascuno un autoritratto segreto e dando uno sfondo ideale alle opere nate dalla loro collaborazione, interrotta nell'estate del 1929 dalla morte improvvisa di Hofmannsthal, che stava lavorando al libretto di 'Arabella'. "Una vera collaborazione tra due uomini maturi" aveva scritto Hofmannsthal il 16 settembre 1916 "sarebbe una rarità straordinaria... ma abbiamo entrambi buona volontà, serietà, coerenza, e questo è più del misero "talento" di cui oggi è fornito ogni cialtrone". La meraviglia dei risultati di questa collaborazione, oltre che la complessità e la diversità dei due artisti, giustificano pienamente ciò che una volta scrisse Richard Alewyn: "Nella letteratura mondiale non c'è nulla che sia paragonabile a questo epistolario".
Anonimo -