Nel 1028, Milano fu scossa dall'arrivo di un gruppo di eretici provenienti dal castello di Monforte d'Alba, portati dall'arcivescovo Ariberto da Intimiano. Questi individui promuovevano un cristianesimo radicale, incentrato sulla povertà estrema, l'astinenza da carne e sesso, e l'aspirazione al martirio. Dopo la morte di Ariberto, Arialdo, un diacono, iniziò a predicare contro il matrimonio del clero e la vendita delle cariche ecclesiastiche (le tangenti dell'epoca). Questo provocò una divisione nella città: molti laici, che prima non avevano il coraggio di criticare i loro superiori, si unirono a lui. Questo diede origine a un movimento popolare noto come "Pataria", denigrato come eretico dai suoi avversari. Il libro esamina questi momenti cruciali della storia milanese, evidenziando come l'attiva partecipazione popolare abbia contribuito alla nascita del libero comune. È una storia di coraggio, conflitti e cambiamenti che hanno plasmato il futuro di Milano e dei suoi cittadini.
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