Tra reminiscenze androgine e rapide incursioni in letterature più impertinenti della nostra, "Ernesto e gli altri" si propone di rintracciare modelli e costanti della narrativa omosessuale partendo da una curiosità come "I neoplatonici" di Luigi Settembrini e approdando ai fasti della palestra e dell''outing'. L'autore non si domanda se esiste o meno uno "specifico" gay, ma, prendendo in esame archetipi che rimbalzano da un romanzo all'altro, si affida alla lettura di alcune delle opere che hanno fatto la storia di 'attitudini e inclinazioni' - come le chiamano Angus Wilson e Ronald Firbank - sempre meno sotterranee e clandestine. Senza tralasciare il complesso di Edipo, tema attorno al quale ruota l'"Ernesto" di Saba, questo 'baedeker' interpreta la narrativa omosessuale alla luce di Ermafrodito e di Narciso. Il primo, rifiutando la dialettica della storia, si propone, secondo Zolla, "come l'incarnazione dell'Uomo Cosmico". Il secondo, gemello di se stesso, incarna l'emblema "dell'autosufficienza e dell'estasi" e, innamorandosi della propria immagine riflessa, scopre l'altro guardando dentro di sé.
Anonimo -