Ero una fanzine nasce nel 2020 come autoproduzione. Il progetto prende vita dallurgenza di raccontare la realtà delleroina nellItalia contemporanea. Dopo ventanni di numeri in calo, la curva delle morti per overdose da eroina è tornata a piegare verso lalto. Cè chi dice che sia tornata, ma non è mai davvero sparita. È solo rimasta meno visibile, marginale, problema di quella fetta di popolazione che alla stampa non interessa. Oggi, invece, abita il quotidiano di sempre più persone. Eppure, mancano le parole per discuterne. Da un lato, il linguaggio utilizzato per narrare la sostanza è obsoleto, legato a scenari del secolo scorso che mal si adattano al presente. Dallaltro, i toni con cui viene narrata sono perlopiù scandalistici: eroina è diventata una parola mostruosa dietro cui si celano ignoranza e moralismi. Ero una fanzine, senza pretese di natura analitica, si propone di tornare a ragionare su questa presenza, dando voce a chi vive la sostanza in prima persona. Attraverso una raccolta di diari, cronache, poesie e racconti, il libro narra la realtà delleroina e di tutto ciò che vi sta attorno: spaccio, consumo, dipendenza, astinenza, overdose. E, ancora, desideri, pregiudizi, sensi di colpa, paure e silenzi. Protagonisti delle storie qui raccontate sono giovani che vivono leroina a volte con leggerezza, altre con furore o pentimento. Cè chi ne è uscito, chi ci sta provando e chi non ci è mai davvero caduto. Ci sono i tossicodipendenti e le persone che stanno loro attorno: chi li ama, chi se ne prende cura, chi cerca di farlo e fallisce. E poi ci sono gli abissi, i varchi neri oltre i quali non cè più un ritorno. Ero una fanzine è una lente dingrandimento su uno spaccato di realtà ignorato, taciuto o mal interpretato. Una storia frammentata e polifonica, scritta con la sincerità e lempatia necessarie a disarticolare un tabù che da ormai troppo tempo ci impedisce di affrontare collettivamente e coscienziosamente il tema.
Anonimo -