Dopo il Leo Bianchetti di 'Come persi la guerra', Macario si cimenta qui nel ruolo di Felice Manetti, un poveraccio accusato ingiustamente del furto di un organetto e prosciolto grazie alla truffaldina testimonianza di Gaetano. Scambiato da una graziosa sigaraia per un facoltoso industriale, non trova il coraggio di confessarle la sua vera identità e compie ogni sforzo per aiutare la donna e il suo bambino. Ingenuo e sprovveduto, passa di volta in volta per sobillatore sindacale, agitatore sociale, imbrattatore di muri a fini politici e persino anti-rivoluzionario in una manifestazione di piazza
Anonimo -