Nella sua ricerca Eva Marisaldi (Bologna, 1966) utilizza molteplici possibilità espressive (video, installazione, disegno) coinvolgendo il pubblico "nello spazio e nel tempo dell'opera". Interessata a esplorare processi creativi e cognitivi aperti, l'artista realizza oggetti di uso quotidiano potenziandone l'eccezionalità e rendendo così plausibili scenari inattesi e scarti logici e linguistici imprevisti. La monografia, che accompagna l'esposizione bolognese, comprende un testo di Roberto Daolio e interviste fra Eva Marisaldi, Hans Ulrich Obrist e il programma informatico "George".
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