Se con Michelangelo Antonioni si fa cominciare il cinema della modernità non è per il gusto di formule ma perché con questo regista - più che con altri - il cinema si è fatto interprete dei contrasti del cambiamenti, del mutare del tempo, "non più solamente a livello della grande storia - scrisse Roland Barthes - ma all'interno di quelle piccole storie di cui è misura l'esistenza di ciascuno di noi". (...) Questo volume raccoglie gli scritti e le più significative interviste al regista e fornisce quindi uno strumento indispensabile per penetrare nel suo mondo poetico, per intendere la complessità delle sue scelte stilistiche, per comprendere i rapporti tra cinema e altre forme espressive. Un libro fondamentale per capire Antonioni e i problemi moderni della visione.
Anonimo -