Questo libro racconta una vita straordinaria, che inizia in un orfanotrofio in cui il protagonista, Albertino, viene internato per "motivi disciplinari". Albertino Bonvicini finisce nel manicomio di Grugliasco, un incubo affidato alla peggiore incarnazione della psichiatria pre-Basaglia. Il ragazzo è affidato a una famiglia benestante, a cui lo lega un affetto enorme, che però non può tenerlo lontano dalla rabbia e dalla violenza. Albertino è un personaggio ammaliante, per molti versi innocente, bugiardo, irresistibile, carismatico. La sua è una vita irrequieta, incontra la protesta giovanile degli anni Settanta e a Torino viene coinvolto nell'episodio dell'Angelo Azzurro in cui perse la vita uno studente torinese. Per questo episodio viene arrestato e sconterà due anni e mezzo di prigione. In questi mesi l'eroina entra nella sua vita e diventerà la sua condanna definitiva. A tenersi a galla per alcuni anno lo aiutano però le sue incredibili doti: Enrico Deaglio lo vuole al suo nuovo quotidiano, Giuliano Ferrara lo conosce, lo apprezza e finisce per amarlo come un figlio. Albertino sarà la colonna delle sue trasmissioni in tv. Sembra la svolta, ma nel 1988 scopre di essere malato di Aids, e morirà tre anni dopo. La sua storia è adesso un documentario con la voce narrante di Fabrizio Gifuni, allegato a questo libro in cui sono raccolti i diari di due anni di Albertino. Con un'introduzione di Alberto Papuzzi.
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