Se durante il nostro cammino, reale o spirituale, dovessimo trovarci
al cospetto di un alto muro, è ovvio che saremmo obbligati a fermarci
per capire la tipologia dell'ostacolo e ragionare come sarebbe più
saggio comportarsi: tornare indietro, aggirarlo, scavalcarlo o provare a
sfondarlo? Quel muro sarebbe un evidente intralcio al prosieguo del
nostro cammino, il nemico da sconfiggere o a cui arrendersi. Potrebbe
rappresentare il limite imposto dal destino o la personificazione dei
nostri tabù e delle nostre più recondite e ancestrali paure.
Metaforicamente sarebbe la parte reattiva e tangibile degli eventi
imponderabili che ogni giorno troviamo sulla strada dissestata della
vita. Farebbe parte degli ostacoli che affrontiamo e combattiamo con
innocente consapevolezza nella speranza di non essere vinti né umiliati.
Anonimo -