Mariano Fortuny y Madrazo, figlio darte, artista poliedrico ed eclettico, nato a Granada nel 1872, visse tra Parigi, Roma e Venezia, dove giunse diciottenne e vi rimase fino alla morte, avvenuta nel 1949. La città lagunare ebbe un ruolo fondamentale sia per il suo carattere cosmopolita sia per la sua natura di luogo dincontro tra cultura occidentale e orientale. Non a caso Marcel Proust lo soprannominò il Mago di Venezia.
Si dedicò alla pittura, allincisione, alla scenografia, alla scenotecnica e illuminotecnica, alle arti applicate. Con la moglie, Henriette Negrin, concepì inoltre creazioni di moda: recuperando labbigliamento greco, le stampe di Morris e motivi decorativi catalani, Fortuny creò uno stile caratterizzato da lunghe tuniche, Delphos, realizzate in seta plissettata che lo rese famoso in tutto il mondo.
Il romanzo, sebbene fedele agli avvenimenti che caratterizzarono la vita di Fortuny, se ne discosta per esplorare i pensieri, le sensazioni dellartista e del suo entourage. Non solo la magnifica Venezia del Primo Novecento prende così vita tra le pagine, ma anche Henriette, una moglie devota consapevole del talento del marito e del suo attaccamento allindomita madre, Cecilia, flamenquera e amante dei gatti, le giovani sarte che cucirono gli abiti indossati da Eleonora Duse.
Un romanzo insolito, affascinante, una sorta di flusso di coscienza polifonico.
Anonimo -