Il fascino di Genova, metropoli del Mediterraneo, si è svelato nel corso dei secoli piú che agli italiani, ai viaggiatori stranieri, colpiti dalla bellezza del paesaggio, del golfo e dei suoi palazzi. Ancora oggi vi è un ingiustificato silenzio, fuori dai confini genovesi, intorno alla presenza di Nietzsche a Genova, che gli ispirò opere come "La gaia scienza" e "Aurora"; di Paul Valéry, che qui visse per alcuni periodi e che durante una notte tempestosa, divenuta celebre, prese la decisione di rinunciare alla poesia; di André Frénaud, che trovò ispirazione per il suo poema "Il silenzio di Genova". E poco si sa anche della grande stagione della poesia, che dagli albori della scapigliatura e del futurismo fino a oggi annovera letterati come Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, Dino Campana, Eugenio Montale, Giorgio Caproni, Edoardo Sanguineti, ai quali si aggiunge lo straordinario poeta 'popolare' che è stato Fabrizio De Andrè, cantore dei vicoli della città storica. Emerge dunque lo spleen di una città che è, al tempo stesso, spazio urbano e luogo dell'anima, in cui si mescolano, in una suggestiva e complessa armonia, storia e architettura, racconto di viaggio, poesia e paesaggio.
Anonimo -