Tre fra i più importanti narratori italiani si confrontano con una figura centrale della nostra società: il giudice. E provano a indagarne i punti di crisi, di conflitto, di tensione. Camilleri mette in scena un giudice catapultato da Torino in Sicilia poco dopo l'Unità d'Italia. Il suo candore gli impedisce di vedere i pericoli che lo minacciano e per questo, suo malgrado, lui diventa un esempio di coraggio estremo, una leggenda nell'amministrazione della giustizia. De Cataldo ambienta la storia nell'Italia di oggi e racconta in chiave ironica la dannazione della giustizia - e allo stesso tempo la sua necessità - vista dalla camera di consiglio di un'aula di corte d'assise. Lucarelli narra la storia di un giudice dal punto di vista di un poliziotto della sua scorta, assegnata senza che il giudice ne avesse bisogno. Almeno così sembra, prima che inizino ad accadere strani episodi e tutti comincino ad avere paura...
Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925. Per tutta la sua vita, nonostante il suo grande attaccamento con la Sicilia, vivrà a Roma, dove muore il 17 luglio 2019.
Frequenta il liceo classico Empedocle di Agrigento senza conseguire la maturità poiché nel maggio del 1943 con lo sbarco in Sicilia delle forze alleate fu deciso di non svolgere gli esami e che sarebbe valso il solo scrutinio.
Il periodo della guerra è ricordato da Camilleri attraverso aneddoti che &
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