Dino Coltro fa rivivere in questo libro l'immaginario fantastico del Triveneto, fatto di una straordinaria moltitudine di esseri maschili e femminili, belli o brutti, benefici o malefici , protagonisti delle fiabe e delle leggende raccontate nelle veglie contadine. Abitanti dei boschi, delle grotte, delle fonti, di luoghi dove gli esseri umani non possono mettere piede. Esseri che vivono in un mondo sospeso fra realtà e fantasia, ai quali viene attribuita la spiegazione di fenomeni naturali o di fatti misteriosi e sconosciuti. Secondo il patto popolare, tutto ciò che può essere raccontato deve essere creduto, perché in fondo il vero oggetto del narrare è «ciò che accompagna l'uomo nel mistero della nascita, in quello della morte, nei suoi sogni e nei suoi desideri, nella perenne lotta tra il bene e il male».
Anonimo -