"Fratello, sorella che stai per leggere questo libro, voglio dirti che vi troverai nomi, forme, immagini della religione cristiana, alla quale io appartengo. Vi appartengo, ma credo e sento che i nomi, le forme, le immagini di qualsiasi religione sono manifestazioni apparentemente diverse dell'unica realtà che tutto permea e tutto sostiene. E credo che amare con tutto il cuore, con la totalità di se stessi, le forme, le immagini, i riflessi di quell'unica realtà sia tentare di percorrere l'infinita strada che a essa conduce, quindi - in un certo modo - amarla e viverla. Colui che ha attraversato quella frontiera, quel pontediga, e ha realizzato il sé, se prima era cieco, cessa di esserlo, se era ferito, cessa di esserlo, se era afflitto da malanni, cessa di esserlo. Davvero, per uno che ha attraversato quella frontiera (tra essere e divenire, tra Satya - la verità - e Maya - l'illusione) la notte diventa giorno, perché l'universo del Brahma è luce stessa. Così recita la Chandogya Upanishad; e a questa luce io auguro che tutti - cristiani e mussulmani, buddisti e induisti..., fedeli di una persona divina o viandanti dell''oltre' - possano bere, in questa luce possano ritrovarsi, di questa luce possano vivere." (L. Giontella)
Anonimo -