Come Prigogine, Manfred Eigen è uno di quegli scienziati che hanno contribuito in modo decisivo a fondare la disciplina di cui trattano. Premio Nobel per la chimica nel 1967 (a quarant'anni), si è poi dedicato ai processi chimici della biologia molecolare, e quindi allo studio di quel passaggio misterioso dell'evoluzione che conduce dall'inorganico alla vita (sviluppando anche la sua teoria dell'iperciclo, che ha avuto notevolissime conseguenze). Dopo quell'affascinante visione globale che è "Il gioco", pubblicato da Adelphi nel 1986, in questo libro Eigen si è spinto ancora più avanti nella ricerca su quei 'gradini' dell'evoluzione dove nasce l'entità detta "informazione" - all'interno della quale, a sua volta, si manifestano tutti i "significati" - e dove la nozione di 'complessità' produce un passaggio dalla quantità alla qualità che è forse l'oggetto centrale dell'indagine scientifica oggi. Come già nel "Gioco", anche qui Eigen si rivela abilissimo espositore di teorie quanto mai difficili, tanto da trasmettere a qualsiasi lettore intelligente e attento il senso, non poco ambizioso, di queste ricerche: "Rendere chiari e intuitivi i principi di un'evoluzione, integrandoli in una visione unitaria del mondo fisico".
Anonimo -