Perché il pentimento di Gertrude è narrato nei "Promessi Sposi" a così grande distanza dal resto della sua storia? Perché nel "Fermo e Lucia" Fermo prende Lucia per la mano e nei "Promessi Sposi" per il braccio? In che posizione si colloca padre Felice Casati di fronte al Borromeo? Che valore hanno termini quali 'ronzìo' o 'brulichìo'? Può l'esame stilistico del testo assumere una valenza ideologica? Questo libro fornisce una visione d'insieme del romanzo: i personaggi, la gente e la tipologia della sua presenza, le interrelazioni con gli eventi storici, le idealità. Nuova è l'individuazione del modulo dell'idea tormentosa in quanto idea incalzante e ossessiva, che arricchisce in modo insospettato il mondo interiore dei personaggi manzoniani. E ricchi di risultati sono il confronto sistematico (in una misura finora non esperita) con il "Fermo e Lucia", e la ricognizione del linguaggio manzoniano (i sistemi espressivi relativi all'idea tormentosa e al modo di stare della gente, e l'alta oratoria, e la 'pagina bella') e dei confronti con i modelli (da Omero a Paolo di Tarso e Schiller e Berchet). E l'approfondita disamina delle disomologie (politica e religione, Rousseau, il pessimismo e le prospettive di fede, l'ideologia del villaggio). Un Manzoni coltissimo e più problematico, e che però a fronte delle disomologie dispensa lui stesso, con il suo raccontare, grazie e consolazione: ai personaggi e ai lettori. In questa complessa realtà il lettore è guidato da un ricco indice degli argomenti che è senza precedenti nella letteratura manzoniana (dalla collocazione storica fino ai moduli del 'ma non' e del 'se non per').
Anonimo -