E primavera, a Tokyo, e un appartamento inondato di luce sembra il punto migliore da cui iniziare una nuova vita: una luce totale e inesauribile che inondi le esistenze di una madre e di una figlia che devono imparare a contare l'una sull'altra per la prima volta. Dopo il divorzio, non voluto ma ora testardamente rivendicato, la narratrice reclama così il diritto di costruire uno spazio autonomo in cui esistere sotto l'assedio di nemici sfuggenti: le sfide taciute e inconfessabili della maternità, i demoni benevoli e quelli ostili, l'ambivalenza dei singoli e della società in un continuo gioco di riflessi in cui la luce si dispiega nell'infinito spettro delle sue variazioni - tanto oscura quanto abbagliante nella sua più improvvisa rivelazione.
Anonimo -