Hofmannsthal è il cardine di questa magistrale opera al tempo stesso critica e narrativa, dove Broch ci conduce lungo traiettorie concentriche nello spazio e nel tempo. Ne risulta il ritratto di unepoca in cui si sviluppò tumultuosamente «il moderno», e che sembrò culminare nella Vienna dei primi due decenni del Novecento epoca di immensa ricchezza e al tempo stesso minacciata da un irreprimibile vuoto e dalla corrosione di ogni valore. Broch la ritrae in ogni sua sfaccettatura in Inghilterra, Francia e Germania, prima di concentrare il suo sguardo sullAustria asburgica, «il paese felice senza speranza», il luogo dove la crisi ha toccato lacme e lorpello abbellisce qualcosa di sempre più inconsistente. Soffermandosi su Hofmannsthal, nel cuore del libro, Broch ne ricostruisce la storia familiare, per poi raccontarne linfanzia e adolescenza di ragazzo prodigio, lisolamento fra i letterati viennesi, la disperazione di fronte alla crisi del linguaggio e la ricerca di nuove vie là dove «la parola non sa più dire la cosa». Una dialettica fra negazione del ruolo di scrittore e urgenza espressiva che appartiene allo stesso Broch, il quale, rispecchiandosi nellansia etica di Hofmannsthal, e narrandoci con tanta partecipe sapienza il suo tempo, ci offre anche una profonda e rivelatrice autoanalisi.
Anonimo -