La parola "hybris" significa violenza, oltraggio, arroganza: è una parola degli uomini e indica la violazione di un limite, di una misura, di fronte agli dei, agli altri uomini, di fronte alla natura. E la violazione di un "kosmos" e di una armonia, una assenza di consapevolezza e di responsabilità. E avanzare in equilibrio su un filo fragile con la superbia e la sventatezza che lo possono spezzare. "Hybris", allora, tra gli entusiasmi della tecnologia e le inquietudini ecologiche diviene una parola adatta per il nostro presente, ne avvertiamo sempre più le conseguenze in ogni nostra azione, sempre più forte il pericolo per la nostra stessa esistenza. E forse buona cosa pensarci. Ne discutiamo in questo libro unendo in maniera inconsueta le parole dei classici antichi e i pensieri della scienza moderna, per cercare di comprendere, a partire dall'idea di Prometeo che ha donato agli uomini il fuoco, le lettere e i numeri, se v'è ancora qualche equilibrio possibile tra la nostra "hybris" e il mondo che ci circonda.
Anonimo -