Fiorita fu lasciata in pace. La tessitrice allestì il telaio e tutte si rimisero al lavoro.
Tuff, Tuff... schioccava la spola correndo su e giù.
Frr... Frr... ronzava il fuso sguisciando dalle mani di Fiorita e prillando.
Frr... pa... Frr... pa... cigolava l'arcolaio girando a mulinello davanti a Fiorella. Nessuno parlava. Ognuno aveva fretta di finire per guadagnare di nuovo i bei quattrini.
Quando fu il giorno di consegnare la tela (questa volta la tela apparteneva a una ricca massaia), la madre incaricò Fiorina della consegna. Arrotolò la tela, l'avvolse in un gran fazzoletto bianco e celeste e pose il fagotto sul capo della bimba.
Attenta Fiorina! Cammina diritto! raccomandò la mamma.
Attenta Fiorina! raccomandò Fiorita.
E Fiorina via, col fagotto sul capo, diritta come un fuso.
La ricca massaia prese la tela, la guardò, la misurò; poi consegnò a Fiorina le belle monete d'argento e le offrì del pane, del cacio, e un pezzo di focaccia calda. Fiorina mise le monete nella tasca del grembiulino e riprese la via verso casa. Camminava diritta come un fuso, tenendo stretto nella manina le cocche del fazzoletto col pane, col cacio e con la focaccia. Pensava: Io non sono sciocca come Fiorita.
Anonimo -