"Opera di un ""grande reazionario"", odiata dai ""democratici"" ottocenteschi, ingombrante per tutti, ""I demoni"" dovrebbe essere una lettura obbligatoria in tutte le scuole, in tutti i paesi, oggi più di ieri. Si è cercato di esorcizzarlo, di ""limitare"" in qualche modo il fascino della sua provocatoria grandezza, tragica, e invece ""I demoni"" è sempre lì, inquietante, apocalittico, di vertiginosa penetrazione umana, spirituale e ideologica. Libro definitivo sul terrorismo di ieri e di oggi, sul nichilismo ottocentesco e sulle 'malattie' morali e sociali ancora vive, il romanzo dostoevskiano è organizzato intorno alla potente figura del principe Nikolaj Stavrogin, una figura di tale statura tragica da trovare poche corrispondenze anche nell'opera di Dostoevskij. Enigmatico e feroce, scettico e utopista, impotente ad agire realmente e capace di gesti sublimi, depravato e lucidissimo, Stavrogin è la quintessenza dei mali della civiltà contemporanea; tutt'intorno una società 'impazzita', con una miriade di personaggi paradigmatici di comportamenti ancora attuali. Il fanatico terrorista, antesignano del ""culto della personalità"", il negatore asoluto, il nichilista pentito che tenta una difficile ricostruzione spirituale, il 'padre democratico' senza 'qualità', i rappresentanti del potere che tentano di accattivarsi i 'giovani', le trame di tutti i colori. E tante 'storie' intrecciate, che sono altrettanti romanzi paralleli. Questa edizione è preceduta da una introduzione di Pietro Citati e da un dossier sul 'terrorista' Necaev che ispirò la figura di Verchovenskij."
Anonimo -