La scelta del Male come autodistruzione in un romanzo «polifonico», i cui personaggi rivelano il nichilismo di una società apparentemente colta e liberale. Pëtr Verchovenskij è il capo di un'organizzazione nichilista e con ammirata sottomissione offre il frutto della propria attività rivoluzionaria al demoniaco Stavrogin. Quando viene ucciso Shatov, un ex seguace convertitosi alla fede ortodossa, Pëtr obbliga Kirillov ad autodenunciarsi, prima del suicidio. Seguono altri delitti in apparenza privi di motivo e solo la fine di Stavrogin, trovato impiccato nel suo appartamento, sembra porre termine all'azione di questi «demoni».
Anonimo -