I tabù sembrano materia vetusta, eppure esiste una provincia del sapere e delle pratiche estremamente delicata e sensibile che ne è ancora afflitta gravemente. Questa provincia è quella delleducazione (soprattutto italiana, ma non solo) e della pedagogia. Tutta la popolazione incappa nei tabù, ma soprattuto quella fetta che tuttoggi ne incontra necessariamente un uso istituzionalizzato, ovvero i bambini e i ragazzi. In questo libro, con piglio controeducativo, se ne propone un elenco e un tentativo di elaborazione, senza farsi mancare il sale e il pepe dautore, già da tempo impegnato a fare il contropelo a una cultura che, ancora capitanata in buona sostanza da monsignor Della Casa e tata Lucia, appare tra le più arretrate e muffose. Qui vengono dunque passati a fil di spada i tabù che concernono il sacro materno, il sesso dei bambini, la morte, il fallimento, quel curioso costrutto micidiale definito scuola, il piacere, lozio e diversi altri che ancora incutono tremori nel tapino volgo pedagogico.
Anonimo -