"Anche nei giorni neri molti non vogliono che si dica: il nostro cinema è in crisi. Accontentiamoli subito, dicendo: è in dura difficoltà. Ma poiché ciò non risale né a ieri, né all'altro ieri, e si protrae invece da tempo, risulta incredibile come a tale incresciosa e pesante situazione abbiano un po' tutti, indistintamente, collaborato: produttori, registi, distributori e governi. Da tempo immemorabile produttori improvvisati ottengono sovvenzioni. Il germe corruttore è nel protezionismo statale... Sul calcolo dei 'ristorni' si basano i preventivi, si ottengono anticipi da banche e distributori e si va dove ti porta il botteghino... Nessuno ignora che, salvo alcune eccezioni, le folle più fitte accorrono davanti agli schermi su cui si proiettano film scacciapensieri, di puro, volgare intrattenimento. Il produttore privato, sempre più stretto nella morsa della televisione, è indotto fatalmente a cercare la salvezza nei film commerciali".
Anonimo -