"Abitavo in un vicolo popolarmente detto il Cauto, dal buco, munito di griglia, che vi si apriva, di un condotto fognario che raccoglieva le acque piovane e le convogliava in basso. Questo luogo presto divenne per me come il polo di un campo magnetico e qui io sentii prima la coscienza di crescere e di essere; qui, a preferenza di tutti gli altri luoghi del paese, io imparai ad amare l'esistente, l'argilla della vita, l'umanità calorosa e contraddittoria dei nostri simili."
Anonimo -