Il principe è un trattato di dottrina politica scritto da Niccolò Machiavelli nel 1513, nel quale espone le caratteristiche dei principati e dei metodi per mantenerli e conquistarli. Si tratta senza dubbio della sua opera più nota e celebrata, quella dalle cui massime (spesso superficialmente interpretate) sono nati il sostantivo "machiavellismo" e l'aggettivo "machiavellico".
L'opera non è ascrivibile ad alcun genere letterario particolare, in quanto non ha le caratteristiche di un vero e proprio trattato. Da una parte è vero che nel periodo umanista si erano molto diffusi i trattati sul sovrano ideale, anche chiamati specula principis (ossia specchi del principe), i quali elencavano tutte le virtù che un sovrano avrebbe dovuto avere per poter governare correttamente, prendendo spunto dalla storia e dai classici latini e greci. Dall'altra l'opera del Machiavelli si pone espressamente in forte rottura con quella tradizione, giungendo di fatto a rivoluzionare per sempre la concezione della politica e del buon governo per un principe, ricevendo a tale proposito aspre critiche dei suoi contemporanei.
In Machiavelli, la salvezza dello Stato è necessaria e deve essere anteposta alle personali convinzioni etiche del Principe, poiché egli non è padrone, bensì servitore dello Stato.
Il metodo di indagine utilizzato da Machiavelli ha il carattere della scientificità d'indagine, in quanto si serve del metodo induttivo e di quello deduttivo. Il primo metodo parte dall'osservazione di un'esperienza precisa e dei dati ricavati, per poi risalire alle norme generali che hanno sempre regolato l'agire dell'uomo politico; il secondo metodo parte da tesi sicure e utilizza fatti o esempi storici a sostegno delle tesi espresse.
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