Il ballo che dà il titolo non ci sarà; e nemmeno la preparazione. Aleggia forse l'attesa, ma come di un evento abituale, che si ripete ogni anno. Per cui il Ballo degli Orgel è un punto d'arrivo e si racconta invece ciò che successe, nei tempi precedenti il loro Ballo, ai coniugi conti Orgel, grandi aristocratici di antichissimo lignaggio. Ma diversi, quasi per traccia atavica: lei creola di una stirpe di nobili feudali; lui dell'aristocrazia di corte della cerchia più ristretta e cittadina. E la storia si svolge con una attenzione vigile ai minimi spostamenti - che non a caso è stata collegata al primo e più puro dei romanzi psicologici: la "Principessa di Clèves" di Madame de La Fayette -, come il tentativo di risposta alla domanda: "i moti di un cuore come quello della contessa d'Orgel sono superati?" enunciata all'apertura del romanzo. L'analisi che ne segue dispiega la lenta inevitabile cadenza dell'innamorarsi della contessa Mahaut, per un giovane snob François de Séryeuse, amico di recente acquisto del marito d'Orgel, sotto gli occhi coniugali di questi, "uomo che percepiva la realtà soltanto di ciò che accadeva in pubblico; che aveva paura più che della sofferenza dei gesti che essa gli avrebbe fatto compiere". Pubblicato nel 1924, un anno dopo la morte precocissima a vent'anni del suo autore, quel Radiguet del romanzo-mito "Il diavolo in corpo" che per generazioni ha rappresentato in letteratura l'inquieto universo delle crisi giovanili, questo suo secondo e ultimo romanzo, concluso ma non rivisto, fu sottoposto all'opera di revisione redazionale di Cocteau. La traduzione presente - introdotta da un saggio critico e biografico di Daria Galateria - lo restituisce all'ultimo testo visto dall'autore.
Con una nota di Daria Galateria.
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