"Il bar alla fine del mondo" racconta, in chiave autobiografica, le vicende di un gruppo di giovani amici tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nuovo. Ogni capitolo è un episodio compiuto di questo percorso di amicizia e di formazione, ma i vari episodi sono collegati dal filo di una trama emotiva come perle di una collana. L'intreccio degli eventi compone, alla fine, un unico disegno che descrive la breve storia di una generazione. Dunque, un romanzo sulle passioni, gli slanci, i sogni di gioventù ma anche sulle difficoltà di trovare un posto giusto nel mondo; sulle sconfitte ma anche sulla forza di rialzarsi, senza mai aver paura; sulla gioia di ritrovarsi intorno a un fuoco, anche dopo un fallimento, in mezzo a volti conosciuti e amati. I fatti che fanno da sfondo alle vicende del gruppo sono ben riconoscibili e databili. Nel bene e nel male, la crescita dei personaggi trova accordi e dissonanze nell'evoluzione del Paese, nelle sue mode, nella sua politica. "Il bar alla fine del mondo" esiste per davvero, non si trova sulla punta estrema del Sudamerica ma è molto più vicino... è lì dove siamo cresciuti.
Anonimo -