Dopo essere vissuto fino ai quarant'anni chiuso nella sua biblioteca, il protagonista di questo romanzo ne esce per misurare con l'esperienza «il valore degli uomini e delle cose», alla ricerca della virtù e - perché dev'essere virtù «a cavallo d'un bel nume¬ro» - della sua rappresentazione numerica. Inizia così un rocam¬bolesco viaggio nell'incubo del numero due, simbolo di divisione, di contraddizione, e perciò nemico della virtù. Ciò che Nicastro troverà nel suo peregrinare sarà però sempre l'ubiquità del due, fonte di ogni sciagura umana. Non gli resterà alla fine che ricon¬dursi nel suo castello, provato nello spirito e nel corpo. A pro¬prie spese aveva visto confermato un vecchio presentimento, cui non saranno estranee la cultura risorgimentale e l'intraprendenza politica - ma quanto piena di malinconie - dello stesso Nievo: «temo assai,» si era confessato in un minuto di scoramento, «che vi sieno due vite; l'una piena di ragioni e di sogni che si pensa nelle biblioteche, l'altra ispida di contraddizioni e di verità, che si agita pazzamente nel mondo».
Anonimo -