Il bello e il brutto nelle Scritture. Da Genesi ad Apocalisse kî-tôb/kalós - lo' - tôb/kalós. Ovvero «essere» umano nei due testamenti. Vol. 1: Testamento primo
I testi biblici sono spesso assunti come indicatori morali, di cui emblematico è il Decalogo,parola che sia in ebraico sia in greco indica delle "Parole" ma non solo,anche dei fatti.Riflettere sul concetto di bello e brutto nelle Scritture è invece un'operazione molto recente e ai margini della riflessione biblica.Certamente autori come H.U.Von Balthasar hanno "aggiunto" ai trascendentali il Bello,così la Bontà è diventata Bontà-Bellezza unendosi alla Verità e all'Unità,ma lavori che analizzino l'estetica biblica con riferimenti ampi e concreti inerenti i termini indicanti il buono-bello fanno fatica a prendere la luce.Il libro presente,diviso in due volumi relativi ai due Testamenti, è la "prosecuzione" di quanto approfondito e poi pubblicato nella tesi di laurea più di quindici anni fa.Le pagine si sono moltiplicate giungendo a dedicare inchiostro a teologi "particolari" quali Vincent Van Gogh o Ludwig Van Beethoven; dopo aver posto al centro dell'intero lavoro l'unicità degli uomini che hanno partecipato alla Trasfigurazione,cioè all'episodio centrale dei vangeli sinottici.Il lavoro è ancora una volta sostenuto dai commenti della tradizione ebraica e di quella cristiana, "riletti" in chiave etica-estetica perché se è vero che l'etica è imprescindibile, così come la bontà, è altrettanto vero che l'etica senza l'orizzonte estetico non trova la sua felicità e la bontà-bellezza.
Il bello e il brutto nelle Scritture. Da Genesi ad Apocalisse kî-tôb/kalós - lo' - tôb/kalós. Ovvero «essere» umano nei due testamenti. Vol. 1: Testamento primo
Anonimo -