Un'autrice dalla voce forte e ben riconoscibile torna con un racconto amaro e carico di tensione che, attraverso la parabola esistenziale di un uomo, riflette sull'iniquità e la crudeltà del mondo.
Agostino, detto Gosto, è in pensione e può finalmente occuparsi del suo podere. Le sue giornate scorrono l'una uguale all'altra nel casolare immerso nella campagna toscana ereditato tempo prima, ma mentre percorre le strade e i paesi che abita da una vita, vecchi rimpianti e nuovi sospetti si affollano dentro di lui senza dargli pace. La moglie cinica e pettegola lo ha lasciato, la figlia sembra interessata unicamente ai soldi. Col duro lavoro, Gosto cerca di rimettere in sesto il piccolo podere ma la solitudine e i ricordi del passato spesso lo sviano e lo portano in giro per il paese in cerca di sensazioni perdute. Riconosce se stesso nell'intraprendenza di Nuccio il meccanico, rivede le promesse radiose del primo amore nella giovane Stella, ma soprattutto nutre tutta la diffidenza di una vita verso il Terzi, un prepotente vicino di casa che ha sempre spadroneggiato per la campagna. Quando Stella improvvisamente lascia il paese e sparisce senza tornare più, Gosto è convinto che sia accaduto qualcosa di brutto che abbia a che fare proprio con lui e con le occhiate piene di spregio che gli lancia continuamente il Terzi.
«Una voce insolita nella letteratura italiana di oggi, lirica, tagliente e desolata».
Antonio Tabucchi
«La prosa di Anna Luisa Pignatelli appartiene alla migliore tradizione narrativa italiana».
Guido Caserza, «Il Mattino»
«Scrittrice dal palato letterario fine e ben riconoscibile».
Renato Minore, «Il Messaggero»
Anonimo -