Questo libro è un romanzo, pubblicato nel 1967, che anticipa in modo straordinario quella rivolta contro i "valori" della media borghesia che avrebbe infiammato gli anni '70. Kazan intuisce come il sogno americano si sarebbe ridotto non solo in un "incubo ad aria condizionata" ma in un incubo in technicolor che ci avrebbe ridotto al nostro oggi, ad un mondo che al sangue nelle vene ha sostituito il plasma alle pareti. L'eccezionalità del Kazan scrittore è di essere andato "oltre il giardino" di un'America destinata ad imporre un modello di vita "USA&getta". Come Richard Yates, Bernard Malamud e John Cheever, Elia Kazan ha inchiodato sulla pellicola della carta quel mondo di falsità borghesi destinate ad impiccare la vita a nodi regimental. Dietro la scena del "compromesso" ha raccontato le illusioni e i fallimenti degli intellettuali americani: destinati, nella maggioranza dei casi, a trascinare la propria esistenza tra i velluti radical chic di un'opposizione subito pronta a passare dagli scontri agli scontrini. Tra gli schermi della propria genialità Elia Kazan ha sempre (ri)fiutato gli schemi. Controcorrente è rimasto folgorato. Da un mondo che non perdona nessuno tranne se stesso. Un mondo che non assolve: dissolve. Elia Kazan è stato un Jack Kerouac che ha indicato una strada, prima che la strada facesse lui. Ed è forse questo che l'America non gli ha mai perdonato. Gian Paolo Serino
Anonimo -