Il titolo del romanzo prende lo spunto da una frase di Merleau-Ponty, "il corso delle cose è sinuoso". Frase che si attaglia perfettamente a certa realtà siciliana che abbiamo imparato a conoscere da Capuana a Pirandello, da Brancati a Sciascia. Questa realtà sembra sfuggire tra le mani dell'osservatore, tutta intessuta com'è di moventi umani elementari ma oscuri, di gesti cerimoniali che alludono a una seconda natura, a un'ipotesi dell'uomo non misurabile secondo i parametri della logica. La prima virtù del romanzo è la costruzione: Camilleri sa intrecciare le fila di un "mistero" con rara abilità, conducendo il lettore sulle vie percolose e stregate dell'ipotesi mentale, della domanda continua. Ma reso omaggio a questa abilità, che la pratica drammaturgica può aver favorito, bisogna sottolineare la densità dell'atmosfera siciliana evocata e, più ancora, le sottili qualità della scrittura. Certe ore, certe figure appaiono in piena evidenza grazie a un uso morbido e sornione della parola che forma una sua musica molto riconoscibile. (Ruggero Jacobbi, 1979)
Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925. Per tutta la sua vita, nonostante il suo grande attaccamento con la Sicilia, vivrà a Roma, dove muore il 17 luglio 2019.
Frequenta il liceo classico Empedocle di Agrigento senza conseguire la maturità poiché nel maggio del 1943 con lo sbarco in Sicilia delle forze alleate fu deciso di non svolgere gli esami e che sarebbe valso il solo scrutinio.
Il periodo della guerra è ricordato da Camilleri attraverso aneddoti che &
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