Questo saggio ci invita a indignarci per cambiare il mondo. Unindignazione che non è violenza, né rabbia che si esaurisce in se stessa, bensì un atto politico, in cui linsofferenza per le crudeltà del presente non è che laltra faccia dellamore per la possibilità di un futuro migliore.Affrontando le questioni scomode, le lotte sociali, lalfabetizzazione degli adulti, le miserie del progresso, che hanno accompagnato la sua riflessione e la sua vita, in questi ultimi scritti Freire chiama in giudizio le contraddizioni e le ipocrisie che minano da secoli il colosso del benessere dei pochi. Lo fa, però, senza mai abbandonare la prospettiva pedagogica, e senza mai smettere di ricordarci che siamo soggetti e non oggetti della Storia: perché la constatazione delloppressione non si traduca in rassegnazione, ma diventi progetto di una realtà diversa.
Anonimo -