Un libro al quale è da riconoscere oltre alla natura di romanzo storico anche quella di studio letterario in quanto Sterpos lo ha scritto con l'intenzione di far rivivere Alfieri sia come uomo che come scrittore e lo ha perciò realizzato attingendo largamente alle opere dello stesso Alfieri ed ai numerosi studi precedenti da lui dedicati alle opere del poeta astigiano. L'autore immagina dunque un Alfieri che a conclusione della sua vita la ripercorre tutta quasi raccontandola a sé stesso. Secondo Sterpos, una simile ondata di ricordi avrebbe sommerso il poeta nella sua ultima notte, quella sull'8 ottobre 1803, nella quale, come si sa dalla lettera dell'abate Caluso che narra la sua morte il poeta, anche per l'azione di oppio somministratogli probabilmente in dosi elevate, si vide veramente scorrere davanti molti importanti ricordi della sua vita. È dunque lo stesso Alfieri a ripercorrere la propria vita narrando le sue avventure... Il lettore può così rivivere tutte queste vicende e tutta la carriera letteraria di Alfieri, rendendosi ben conto come il furore sia stata la nota assolutamente dominante della sua vita perché con furore l'indomito Vittorio la visse, soprattutto nelle sue tre grandi passioni: nell'ordine la poesia, l'amore e i cavalli.
Anonimo -