Claudio, finito in coma dopo la cerimonia di proclamazione di laurea, rivive in un lunghissimo sogno il suo passato rivedendo le persone che ne hanno fatto parte: Francesca, la ragazza che gli ha spezzato il cuore lasciandolo per tornare dal suo ex e che gli ha fatto scoprire la sua vocazione alla scrittura; suo padre, con cui continua a parlare come in un'allucinazione nonostante sia morto; Enrico, il suo migliore amico, morto in un terribile incidente d'auto; don Luigi, il prete che gli ha spiegato che il contrario della felicità è la vigliaccheria; Elena, il suo alter ego, cioè cosa ne sarebbe stato di lui e del mondo se fosse nato donna.
Claudio tenterà più volte di suicidarsi, finché, un giorno, dopo aver ammazzato sua madre, si ritroverà a osservare un uomo che cammina in una stazione ferroviaria: è lui quell'uomo, viaggiatore che ha perso la coincidenza del dolore.
E in quella stessa stazione Claudio incontra Italo Calvino, il suo maestro. Calvino gli metterà tra le mani un libro: Il niente e il nome, libro scritto da Claudio (o così sembra). Comincia con una dedica: A Elena (o a quel che è).
Anonimo -