Il normale e il patologico costituisce l'opera fondamentale di Georges Canguilhem, storico e filosofo della biologia, successore di Gaston Bachelard alla Sorbona. Il saggio, un autentico classico del pensiero del nostro tempo si colloca a metà strada tra filosofia e scienza e intende demolire le pretese della medicina positivistica di definire la malattia come pura differenza quantitativa rispetto a norme oggettive, radicandola invece nell'esperienza del soggetto quale individuo vivente. Canguilhem preparava così la strada alle ricerche del suo maggiore discepolo, Michel Foucault, sulla follia e lo sguardo clinico. E' dalla riflessione sulla norma e l'errore che Canguilhem svilupperà anche le sue considerazioni epistemologiche e storiche in campo biologico, rivalutando la funzione del vitalismo e ricostruendo il processo di formazione dei concetti riguardanti la vita. Senza tale riflessione, ha rilevato Foucault, diventa incomprensibile gran parte del dibattito filosofico francese degli ultimi decenni fra marxismo, strutturalismo e psicoanalisi.
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