La rappresentazione della vita psichica è stata lobiettivo mimetico del romanzo modernista e il campo privilegiato delle sue sperimentazioni. Il pensiero monologico prende le mosse da questo presupposto per comprendere cosa sia avvenuto dopo la svolta interiore del modernismo storico. È possibile, guardando oltre Auerbach, parlare di una mimesis dellautocoscienza? La risposta a questa domanda viene qui cercata attraverso lanalisi di tre dei più importanti libri italiani scritti fra gli anni Sessanta e Ottanta: Corporale (1974) di Paolo Volponi, Aracoeli (1982) di Elsa Morante e Petrolio (1972-1975) di Pier Paolo Pasolini. Soffermandosi sulle voci monologanti dei protagonisti di questi testi e sul tipo di identità di cui si fanno corrispettivo, lo studio dellantropologia incontra quello delle forme e il personaggio romanzesco diventa il medium per indagare quel singolare tipo di racconto composto interamente dai pensieri di un personaggio: la forma-monologo.
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