Un tempo la figura dell'antropologo era simile a quella di un Indiana Jones che viveva a stretto contatto con popolazioni esotiche. Ora, non è più così: i popoli sconosciuti sono sempre meno; il sud del mondo non è piu lontano; le metodologie hanno perso molte sicurezze e spesso l'antropologia si occupa di eventi culturali che avvengono sotto casa. Ma nonostante i cambiamenti, la disciplina continua a vivere di relazioni e di osservazione: l'antropologo osserva, ascolta, assaggia, tocca, annusa. Il suo sapere si costruisce su basi sensoriali, prima di arrivare a tradursi in teorie e modelli. Marco Aime parte da ciò che può essere osservato, dalla realtà concreta per ricavarne uno spunto teorico, un'indicazione di metodo.Diviso in brevi capitoli, il libro evita l'impostazione manualistica, e si propone di mettere il lettore in contatto con la materia trattata, punteggiandola con piccoli racconti, aneddoti, dialoghi immaginari.
Una serie di spunti per comprendere il frastagliato orizzonte delle relazioni umane. Una disciplina esplorata in stile semplice, colloquiale e anticonformista.
Anonimo -