Ci sono sempre stati, fin dagli albori della storia dellumanità, particolari fatti di cronaca, misfatti, delitti efferati ed episodi talmente rilevanti e intrisi di drammaticità da essere destinati a rimanere impressi nella memoria collettiva per intere generazioni, addirittura per secoli, sfidando così le stesse barriere del tempo e dello spazio. Potremmo citarne molti, dal martirio della povera Ifigenia, barbaramente uccisa dal padre Agamennone nel contesto di un vero e proprio sacrificio umano per propiziare la partenza della flotta greca verso Troia, allefferato massacro delleccelsa Ipazia, grande scienziata, filosofa platonica e iniziata eleusina, consumatosi ad Alessandria dEgitto in una giornata di Marzo del 415 d.C. ad opera di unorda di monaci cristiani istigati dal Patriarca Cirillo; dalla vicenda della pulzella dOrléans Giovanna dArco, oggi venerata come santa dalla Chiesa Cattolica, ma a suo tempo condannata per eresia e arsa viva sul rogo, fino ai più recenti casi dei delitti di Meredith Kercher e Yara Gambirasio. Ma la vicenda di Beatrice Cenci, giovanissima e bellissima nobildonna romana, accusata di aver preso parte insieme alla matrigna Lucrezia Petroni e ai suoi fratelli allassassinio del padre, il conte Francesco Cenci, uomo dissoluto, violento e depravato, condannata a morte e poi decapitata di fronte a Castel SantAngelo l11 Settembre 1599, ha talmente segnato la coscienza popolare da rappresentare ancora oggi, dopo oltre quattro secoli, una ferita aperta che grida giustizia.
Anonimo -