Quando si usa troppo la testa e il cervello si affatica, si prende il raffreddore. Dopo che si mette sotto eccessivo sforzo l'apparato digerente, si prende il raffreddore. Se i reni vanno in sovraffaticamento, si prende il raffreddore. In tutti quei casi in cui il movimento sia polarizzato in qualche parte del corpo che lavora oltre il dovuto, si prende il raffreddore. Per questa ragione, quando qualcuno prende il raffreddore, avviene per prima cosa che le parti affaticate del suo corpo recuperino elasticità. Quindi, una volta passato, l'intero organismo torna in forma e flessibile. Per quanto detto, il raffreddore non è qualcosa da curare ma da lasciar passare spontaneamente. Generalmente le persone non modificano lo stile di vita responsabile del sovraffaticamento di certe parti del corpo e si limitano ad adottare ogni volta dei rimedi che interrompono il decorso del raffreddore, ma così è soltanto naturale che il loro organismo non si irrobustisca mai. Il desiderio di voler guarire in fretta è comprensibile, ma mentre le condizioni del corpo umano possono crollare in un istante, affinché migliorino è necessario passare per piccoli cambiamenti, aggiustamento dopo aggiustamento, allo stesso modo in cui non è tirandola verso l'alto con le proprie mani che si aiuta a crescere una pianta di riso. Tirando con troppa forza si rischia di estirpare la radice stessa. Una cura rapida non è una buona soluzione, ma non per forza lo è una guarigione lenta. È auspicabile che l'organismo sia in grado di affrontare il decorso per lui più naturale. In questo libro, tradotto direttamente dal giapponese, l'autore utilizza il tema del raffreddore per presentare un'idea di salute che consente di pervenire a una conoscenza autentica del corpo nostro e di chi ci sta attorno.
Anonimo -