A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un'idilliaca cittadina inglese. Un gioiello incastonato tra verdi colline, con un'antica abbazia, una piazza lastricata di ciottoli, case eleganti e prati ordinatamente falciati. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. La morte di Barry Fairbrother, il consigliere più amato e odiato della città, porta alla luce il vero cuore di Pagford e dei suoi abitanti: la lotta per il suo posto all'interno dell'amministrazione locale è un terremoto che sbriciola le fondamenta, che rimescola divisioni e alleanze. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l'unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo. J.K. Rowling firma un romanzo sulla società contemporanea, una commedia sulla nozione di impegno e responsabilità. In questo libro di conflitti generazionali e riscatti le trame si intrecciano e i personaggi rimangono impressi come un marchio a fuoco. Pagford, con tutte le sue contraddizioni e le sue bassezze, è una realtà così vicina da non lasciare indifferenti.
La nostra recensione
Ecco finalmente in Italia il primo romanzo “per adulti” della Rowling che, assurta nell’Olimpo dei più grandi autori per ragazzi di tutti i tempi, trova un’agguerrita concorrenza nell’agone della letteratura tout court e, pur avendo scritto un buon romanzo, dovrà sgomitare per conquistarsi lettori di fasce diverse d’età. Non è difficile, comunque, trovare nel nuovo romanzo punti in comune con la saga di Harry Potter, perché alla base della storia troviamo conflitti intergenerazionali dove i ragazzi si credono tutti maghetti e giudicano “babbani” tutti i genitori. L’autrice, impegnata socialmente e fondatrice di un’associazione a favore dei bambini disagiati, ha trasfuso questi suoi interessi nel racconto. Il romanzo prende avvio dalla morte improvvisa di un consigliere dell’organo amministrativo del paesino rurale di Pagford. Il defunto, nel Consiglio Locale, si batteva per il recupero di un quartiere socialmente disagiato, e aveva come avversari i notabili conservatori e moralisti. La storia si evolve durante la spietata ma anche grottesca campagna elettorale per riempire il seggio vacante, in una sorta di tutti contro tutti, con l’ausilio delle nuove tecnologie informatiche, grazie alle quali i più giovani sono in grado di perpetrare feroci vendette contro i genitori. Raccontando a ritmo serrato le vicende di una mezza dozzina di nuclei familiari principali, l’autrice disegna efficacemente l’ambiente provinciale, dove ripicche, egoismi e incomprensioni corrodono i valori e i sentimenti più profondi.
La passione per la letteratura si manifesta fin da subito: a sei anni scrive la prima storia, dal titolo Rabbit, che narra di un coniglietto malato di morbillo. A dodici scrive un romanzo in cui i protagonisti si trovano alle prese con sette diamanti maledetti. Ed è in questi anni scolastici che incontrerà molte delle persone che ispireranno la caratterizzazione dei suoi più importanti personaggi della saga che l'ha consacrata alla letteratura: Harry Potter.
Anonimo -