Un racconto molto intimo della Woolf, scritto dopo uno dei suoi periodi più bui. Un racconto che suggella due sue rinascite: come scrittrice, dopo anni di malattia e inattività, e nella nuova veste di editrice. Un racconto in cui tutti i temi cari all'autrice si affacciano, dal femminismo alla necessità di anticonformisto, dal matrimonio allo scorrere del tempo, dal mestiere di scrivere a cosa sia la vita e come possa essere rappresentata dall'arte - o non esserlo.
Soprattutto, sottesa ma udibile, c'è la volontà di aggrapparsi alla vita di una donna che ha dovuto subire quasi vent'anni di violenze e che ne porta i segni indelebili nelle crisi nervose a cui cerca di sopravvivere.
Nel saggio di Cora Gaza-Cicala, seguiamo l'Autrice attraverso gli anni che precedono questo racconto e poi fino alla sua stampa, fatta in proprio nel salotto di casa. Ma sono gli studi più recenti sulle conseguenze del disturbo da stress post-traumatico nell'Autrice, qui riportati, a farci entrare in punta di piedi in quello che fu molto probabilmente l'inferno che una delle più grandi scrittrici del Novecento si trovò ad affrontare a più riprese.
Anonimo -