Milano, un elegante condominio della media borghesia, tante esistenze che si intrecciano, tanti personaggi a loro modo paradigmatici. Su tutti veglia Pietro, il nuovo portinaio, uomo silenzioso che ha lasciato la sua Rimini improvvisamente per affrontare un destino racchiuso tra le pareti del suo palazzo. Era prete fino a poco tempo prima, ora è semplice custode di chiavi e appartamenti, legato da un rapporto enigmatico con uno dei condomini, il dottor Martini. Perché entra in casa sua quando non c'è? Perché lo segue fino a condividere con lui una sorte inconfessabile? Un segreto che affonda le radici nel destino di ognuno di noi e che ha un simbolo nell'elefante, amuleto della storia, e mammifero che più di ogni altro conserva la devozione verso i legami affettivi...
La nostra recensione
Marco Missiroli è uno scrittore ancora giovane ma già capace di una scrittura esperta, meditata, misurata. In questo suo ultimo romanzo si confronta con due archetipi esistenziali cruciali per ogni essere umano: la figura del Padre e l'esperienza della morte. Come uno scultore Missiroli scalfisce a poco a poco la materia della vicenda narrata, sgrezza la pietra e le dà una forma: personaggi e fatti appaiono nei loro contorni precisi solo un po' alla volta fino a schiudersi definitivamente agli occhi del lettore in un teso e inatteso finale. Questo incessante lavorio di disvelamento ottenuto attraverso frasi secche, incisive, nette, soprattutto nei dialoghi; uno stile essenziale ed equilibrato per dare voce sì al dolore ma anche alla devozione che lega padri e figli e, alla fine, all'impotenza di evitare la dolorosa separazione. Il tema della paternità - biologica, affettiva, vera, presunta, negata, pretesa - si lega a filo strettissimo all'altro tema forte del romanzo, l'eutanasia, raccontata con una delicatezza che sa essere spesso crudele nella sua semplice e discreta emotività. Missiroli riesce a raccontarci la dolce morte, la libert di coscienza, la fede senza lasciare tracce viscose di banalità o, peggio, di reticenza. E questo solo uno dei meriti essenziali di questo romanzo di umanità e di memoria, che ci parla d'amore, di nostalgia e della incessante sorpresa della vita. Antonio Strepparola
Anonimo -