"Chi nasce tondo, non può morire quadrato". Federico è un giovane
buono e generoso. Sua mamma Nicoletta e i suoi amici sono convinti che
la sua esistenza sarà inevitabilmente tranquilla e lineare. Ma il
loro pronostico viene smentito nel giro di poco tempo. Spesso la
benevolenza verso il prossimo non viene ripagata con la stessa moneta:
Federico viene infatti soggiogato da una popolana, subisce le
prepotenze di una famiglia di delinquenti, diventa il ragazzo padre di
una bella bimba, La nascita di sua figlia Antonella gli
impone di tagliare i ponti col passato e di rendersi autonomo.
Alcune circostanze favorevoli: gli spianano la strada del successo e i
suoi concittadini lo acclamano "il signor penso a tutto io". La sua vita
rimane comunque incasinata, le donne continuano a dargli il tormento e
lo costringono a mettere ordine nel complesso mondo dei suoi affetti.
La pandemia si diffonde a macchia d'olio, i colpi di scena si
susseguono con impressionante regolarità. Il finale del romanzo
è sconvolgente: ci fa toccare con mano la complessità dell'animo umano,
vanifica la nostra pretesa di distinguere a ogni costo il Bene dal Male,
ci impedisce di stabilire con certezza cosa sia giusto fare o non fare.
"Chi nasce tondo, non può morire quadrato". Ma ne siamo sicuri?.
Anonimo -