Canto lirico in prosa o novel-poetry su due piani narrativi raccontati da una voce narrante delirante e lucidissima come quella del protagonista Leonardo Vittorini, insegnante di matematica e fisica sui generis, amante della letteratura e preside in attesa della sua scuola. Al passato lontano in una Reggio Calabria malata e magnifica, fa da contraltare un piano temporale i cui fatti, avvenuti da poco, sembrano collisioni occasionali che riguardano il mondo della scuola-prigione e dell'adolescenza-fuga, come quella di Enea. La fortezza dei perduti pare essere rimedio magico per chi sa ancora cercare, per chi sa ancora vedere.
Anonimo -