spingendomi contemporaneamente verso la finestra, dicendomi con una malvagità che mi fece sentire come in un incubo: - Se tu non capisci questa cosa, io ti butto giù!Proseguì a stringermi la gola, tanto da farmi mancare il respiro, non riuscivo a riprendere fiato né a parlare: il mio primo pensiero andò al mio bambino ed alla paura di perderloAngela piange, raccontando questo particolare che, anche dopo tanti anni, la scuote emotivamente e le fa rivivere quei momenti di terrore, proprio come se stessero accadendo ancora.Quando riuscii a liberarmi mi si riempirono gli occhi di lacrime, lo guardai in volto e gli dissi: - ma ammazzando me, ammazzeresti anche lui indicandogli il mio ventre.Lui mi rispose che non gliene importava niente!Dopo qualche minuto si sdraiò sul letto, chiedendomi di distendermi a fianco a lui e, vedendomi ancora provata per l'episodio di violenza al quale mi aveva appena sottoposta, mi disse:- Smettila di fare la vittima! È solo colpa tua, perché se tu non facessi così, io non mi troverei costretto ad agire in questo modo!
Anonimo -