Un Nobel per la letteratura sceglie di continuare a fare il detective privato.
La scelta può sembrare assurda, ma Max Castellani è innamorato del proprio lavoro. Così innamorato, che appena ricevuto il premio più ambito al mondo, accetta un incarico a dir poco impegnativo da un membro della giuria.
Ha scritto i suoi libri in un periodo particolare della propria esistenza: tre anni di prigionia in Turchia. "Non c'era una biblioteca ma mi permettevano di scrivere. Così decisi di scrivere dei romanzi per poi poterli leggere" afferma nel secondo capitolo.
L'indagine lo porta in uno dei luoghi più belli e magnetici d'Italia: il Lago di Piediluco, nei pressi di Terni. Un posto perfetto dove cercare un pluriomicida sospettato di vampirismo clinico e dedito allo spiritismo.
Siamo nei primi anni settanta dello scorso secolo, e Max incarna perfettamente il giovane uomo di allora. Con i suoi interessi vari come il mondo, la sua cultura vasta come l'oceano e il suo ego ipertrofico. La vicenda è costellata di occasioni per far emergere il suo sapere enciclopedico: una collezione di quadri di artisti locali di alto livello tra cui un suo omonimo, la presenza reiterata di simboli esoterici nella vicenda, la visita del tutto casuale a una casa che è un capolavoro architettonico riconosciuto in tutto il mondo, solo per citarne alcune. Il giallo, in questo caso, ha come sfondo tutti luoghi reali, così come sono veri tutti i riferimenti storici e artistici. Non a caso, alla fine del romanzo c'è un elenco di testi riferimento. E un regalo dell'autore: il suo racconto finalista al premio Giallo Mondadori Giallo Luna Nero Notte 2023, intitolato Il dritto.
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