Secondo i loro araldi, luniverso digitale sarebbe poco più concreto di una `nuvola, il famoso cloud nel quale archiviamo documenti e fotografie. Per un po, il mondo digitalizzato ci è sembrato sinonimo di `vuoto o di `nulla: ci invita a commerciare online, a giocare virtualmente e a scannarci su Twitter senza che questo smuova, a prima vista, neanche un grammo di materia, un elettrone o una goccia dacqua. Eppure, rimangono delle domande fondamentali: qual è limpatto fisico di questo strumento? Queste nuove reti di comunicazione sono compatibili con la `transizione ecologica? Queste infrastrutture andranno protette da reggimenti di fanteria e portaerei per poter continuare a divertirci sulla rete? Per due anni abbiamo seguito il percorso delle nostre e-mail, dei like e delle foto delle vacanze. Abbiamo scoperto che Internet ha un colore (il verde), un odore (di burro rancido) e anche un sapore, salato come lacqua marina. Inoltre, emette anche un suono stridulo, simile a quello di un immenso alveare. In breve, abbiamo provato lesperienza sensoriale delluniverso digitale, rendendoci conto della sua dismisura, dal momento che per mettere un semplice like, utilizziamo quella che sarà a breve la più vasta infrastruttura mai costruita dalluomo. Abbiamo creato un regno di cemento, fibra e acciaio, universalmente accessibile, chiamato a rispondere in un microsecondo. Un `intramondo costituito da data center, dighe idroelettriche, centrali a carbone e miniere di metalli strategici, uniti da una tripla ricerca: quella di potenza, velocità e di freddo. Si tratta allo stesso tempo di un regno anfibio, solcato da navi posacavi e superpetroliere, popolato da uomini daffari, marinai, minatori e informatici. Dopo aver visitato una dozzina di Paesi, ecco la realtà: linquinamento digitale non solo è colossale, ma è anche in rapidissima crescita.
Anonimo -